La Champions League equilibrata come Cipro

La Champions League ha circa lo stesso equilibrio del campionato cipriota, guardando ai risultati e non all’immagine che abbiamo in testa delle varie competizioni, basata anche sui media e sull’autosuggestione. L’ultima statistica del Weekly Post CIES è molto interessante e spazza via diversi luoghi comuni. Riguarda le partite conclusesi con tre o più gol di scarto, da inizio stagione ad oggi. In tutta la Champions League 2016-17 queste partite sono state il 21% del totale: poco meno dei massimi campionati di Cipro (22,5%) e Austria (21,5). Non stiamo parlando del numero di gol totali, indicatore (per quanto discutibile) di spettacolo, ma delle differenze fra le squadre in campo. Significativo che tutti i maggiori campionati, dalla Serie A alla Premier League, dalla Liga alla Bundesliga, siano nella parte alta di questa classifica. Non proprio un bel segnale, anche in campionati come quello inglese che di una distribuzione equa delle risorse (televisive) fanno un giusto vanto. Non è un caso che quando non ci sono in ballo le corazzate, o ce ne sono molto meno, l’equilibrio aumenti: L’Europa League ha infatti soltanto il 13,5% della partite finite con una vittoria netta. La curiosità è che con questo parametro il campionato più interessante d’Europa dovrebbe essere quello rumeno (7,7%), ma come tutti i numeri questi vanno capiti. È un problema che si è posto anche il presidente dell’UEFA Ceferin, che fra i suoi obbiettivi ha l’allargamento del numero delle squadre competitive. Difficile che ci riesca con il salary cap, avendo il fisco un peso diverso da paese a paese, già più interessanti sarebbero la luxury tax o un aumento della quota di giocatori provenienti dal proprio vivaio. È chiaro che quando si affrontano Juventus e Barcellona, o Bayern e Real Madrid, la musica cambia, ma non è che questa competizione sia iniziata in aprile.